In risposta alla spietatezza della società contemporanea, in cui l’intelligenza artificiale e i robot prendono il posto delle persone e il lato umano della vita viene soppiantato da una visione utilitaristica, è necessario, a nostro parere, riscoprire il concetto di intelligenza emotiva. Una persona dotata di un’anima ha esigenze emotive e spirituali che richiedono l’interazione con gli altri. Oggigiorno purtroppo la capacità di connettersi con le persone si sta rapidamente perdendo, e ciò è dovuto principalmente a una mancanza di comprensione di sé. Chi non conosce se stesso non può nemmeno relazionarsi adeguatamente con gli altri e finisce per provare un senso di frustrazione e di vuoto. Lavorare sulla propria intelligenza emotiva può contribuire al recupero di questa capacità.
Cos’è l’intelligenza emotiva
L’intelligenza emotiva (IE), definita anche come quoziente emotivo (QE), è la capacità di riconoscere, comprendere, gestire e impiegare efficacemente le emozioni per regolare il proprio mondo interiore e le relazioni con gli altri. Questo concetto ha suscitato un notevole interesse sia nel campo della ricerca psicologica che nell’analisi della condotta in ambito aziendale (organizational behavior) fin da quando è stato introdotto dallo psicologo Daniel Goleman nel 1995, con il suo libro “Intelligenza emotiva. Che cos’è e perché può renderci felici”. L’IE è riconosciuta come un fattore chiave in grado di influenzare il successo personale e professionale, la salute mentale e le relazioni interpersonali.
Le origini di questa nozione risalgono a vecchie teorie in ambito psicologico. Nell’ultimo decennio del XX secolo gli psicologi Peter Salovey e John D. Mayer introdussero per la prima volta il termine “intelligenza emotiva” in un loro importante articolo pubblicato nel 1990. La definirono come una forma di intelligenza sociale che comporta la capacità di monitorare i sentimenti e le emozioni individuali e altrui, di distinguerli e di impiegare queste informazioni per guidare i propri pensieri e le proprie azioni.
Elementi fondamentali dell’intelligenza emotiva
Il lavoro di Daniel Goleman ampliò questa definizione di base proponendo l’idea che l’intelligenza emotiva fosse composta da cinque elementi chiave: autoconsapevolezza, autocontrollo, motivazione, empatia e abilità sociali. Tali componenti sono essenziali per un efficace benessere emotivo nei vari contesti dell’esperienza umana.
1. Autoconsapevolezza
L’autoconsapevolezza costituisce il pilastro fondamentale dell’IE. Implica un’acuta conoscenza dei propri stati emotivi e del modo in cui questi sentimenti incidono sui pensieri, sui comportamenti e sui processi decisionali. Gli individui con un’elevata consapevolezza di sé possiedono una profonda comprensione dei propri punti di forza e di debolezza, il che favorisce un grande senso di fiducia in se stessi. Questa capacità introspettiva permette loro di impegnarsi in pratiche di riflessione che migliorano la crescita personale e facilitano le scelte in base alle diverse situazioni. Le ricerche indicano che le persone consapevoli di sé sono più abili nel riconoscere i propri trigger emotivi e sanno destreggiarsi con maggiore facilità in scenari emozionali complessi.
2. Autocontrollo
L’autocontrollo viene definito come la capacità di gestire le proprie risposte emotive in modo costruttivo. Ciò include la facoltà di controllare le reazioni impulsive e di mantenere la compostezza in condizioni di stress o di provocazione. Le persone in grado di autoregolarsi possono calibrare le loro espressioni emotive in base alle circostanze, favorendo così un ambiente stabile adatto a una comunicazione e a una collaborazione efficaci. L’autocontrollo è inoltre una forma di resilienza, ovvero la capacità di reagire alle avversità, che consente agli individui di affrontare le sfide con una prospettiva equilibrata piuttosto che soccombere alle emozioni negative.
3. Motivazione
Nel contesto dell’intelligenza emotiva, la motivazione non si riferisce solo alla volontà di ottenere risultati, ma anche a tutti quei fattori intrinseci che consentono di raggiungere gli obiettivi personali. Gli individui emotivamente intelligenti sono solitamente caratterizzati dalla passione per il proprio lavoro e da un costante impegno verso lo sviluppo personale. Tendono a privilegiare i traguardi a lungo termine rispetto alla gratificazione immediata, dimostrando perseveranza anche di fronte agli ostacoli. La componente della motivazione è strettamente legata a risultati positivi come la soddisfazione sul lavoro e il benessere generale.
4. Empatia
L’empatia è un elemento costituente dell’intelligenza emotiva che consiste nell’abilità di comprendere e di entrare in sintonia con i sentimenti degli altri. Essa trascende la semplice simpatia; gli individui empatici si impegnano attivamente a cogliere i punti di vista e i sentimenti altrui senza giudicare. Questa attitudine è fondamentale per costruire rapporti non superficiali e promuovere la fiducia nelle relazioni interpersonali e professionali. L’empatia consente una comunicazione efficace permettendo alle persone di rispondere in modo appropriato alle sollecitazioni emotive degli altri, facilitando la risoluzione dei conflitti e migliorando gli sforzi di cooperazione.
5. Abilità sociali
Le abilità sociali comprendono un ampio spettro di competenze essenziali per interagire con successo nei contesti relazionali. Queste includono capacità di comunicazione attiva, strategie di gestione dei conflitti, idoneità a lavorare in gruppo, qualità di leadership e capacità di costruire relazioni. Gli individui con grandi abilità sociali sono in grado di fronteggiare dinamiche collettive complesse; sono spesso considerati leader carismatici che ispirano gli altri grazie alla loro inclinazione ad entrare in contatto con il prossimo a livello emotivo, mantenendo al contempo la chiarezza nella comunicazione.
Importanza dell’intelligenza emotiva in ambiente lavorativo
Relazioni interpersonali
L’intelligenza emotiva (IE) svolge un ruolo cruciale nel migliorare le relazioni interpersonali sul posto di lavoro. I dipendenti con un’elevata IE sono più abili nel riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri, il che favorisce una comunicazione aperta. Questa capacità di provare empatia e di comprendere i diversi punti di vista crea una maggiore collaborazione tra i membri del team. Quando le persone si sentono comprese e valorizzate, è più probabile che si impegnino positivamente con i colleghi, creando un ambiente di lavoro armonioso.
Risoluzione dei conflitti
In qualsiasi contesto aziendale i conflitti sono inevitabili. Tuttavia, i dipendenti che possiedono un’elevata intelligenza emotiva sono maggiormente preparati a gestire queste situazioni in modo costruttivo. Essi sono in grado di identificare le dinamiche emotive che contribuiscono al conflitto e di affrontarle in modo efficace. Invece di lasciare che le tensioni si acuiscano, le persone emotivamente intelligenti possono sostenere discussioni mirate alla risoluzione e alla comprensione reciproca. Questo approccio proattivo non solo attenua i problemi immediati, ma contribuisce anche a creare un’atmosfera di rispetto e cooperazione.
Leadership
I leader con alti livelli di intelligenza emotiva tendono a stimolare i loro team in modo più incisivo rispetto a quelli che non possiedono questa capacità. I dirigenti con IE dimostrano empatia, riuscendo così ad entrare in contatto con i loro dipendenti a livello personale. Essi prendono decisioni che tengono conto sia dell’analisi razionale che delle intuizioni emotive, creando un’atmosfera inclusiva in cui i componenti del team si sentono valorizzati. Questo tipo di gestione è essenziale per promuovere la lealtà e la motivazione delle risorse umane e, in ultima analisi, per migliorare le prestazioni dell’impresa.
Processo decisionale
L’intelligenza emotiva influenza in modo significativo i processi decisionali all’interno delle aziende. Gli individui con un’elevata IE possono integrare il ragionamento logico con la comprensione emotiva quando valutano le opzioni disponibili. Questo duplice approccio consente di prendere decisioni più equilibrate, che considerano il potenziale impatto sul morale del team e sul benessere individuale, oltre agli obiettivi aziendali. Di conseguenza le imprese possono beneficiare di strategie decisionali efficaci, ma essere anche attente all’elemento umano coinvolto.
Soddisfazione del personale
Le organizzazioni che danno priorità all’intelligenza emotiva registrano spesso elevati livelli di soddisfazione e buonumore del personale. Quando i dipendenti si sentono compresi e apprezzati nel loro ruolo, tendono ad appassionarsi e ad impegnarsi maggiormente nel loro lavoro. Una struttura lavorativa che valorizza l’IE crea un ambiente in cui le persone prosperano, con conseguente riduzione dei tassi di avvicendamento e relativo aumento della produttività.
Come migliorare l’intelligenza emotiva
Pratiche di mindfulness
Le pratiche di mindfulness sono tecniche che si concentrano sul miglioramento della consapevolezza del momento presente. La ricerca ha dimostrato che la mindfulness può migliorare significativamente l’autoconsapevolezza, una componente basilare dell’intelligenza emotiva. Impegnandosi nella meditazione mindfulness o in altri esercizi simili, le persone imparano a osservare i propri pensieri e sentimenti senza giudicare. Questa tecnica le aiuta a riconoscere i propri stati emotivi e i fattori scatenanti, consentendo una migliore regolazione emotiva e favorendo la comprensione del modo in cui i sentimenti influenzano il loro comportamento e le interazioni con gli altri.
Ascolto attivo
L’ascolto attivo è una tecnica di comunicazione che prevede la piena concentrazione, la comprensione, la risposta e il ricordo rispetto a ciò che l’interlocutore comunica. Va oltre il semplice ascolto delle parole e richiede l’utilizzo di segnali verbali e non verbali. La pratica dell’ascolto attivo favorisce l’empatia, assicurando che gli individui comprendano non solo il contenuto della conversazione, ma anche le emozioni che la sottendono. Questa abilità migliora le relazioni interpersonali e contribuisce a una più profonda comprensione delle prospettive altrui, fattore essenziale per sviluppare un’autentica intelligenza emotiva.
Accettazione del confronto
Essere aperti al confronto è un aspetto imprescindibile della crescita personale e dello sviluppo dell’intelligenza emotiva. Accettare il confronto permette alle persone di cogliere una prospettiva esterna sul proprio comportamento, la quale può evidenziare aree di miglioramento che forse non sono state considerate. Tale forma di apertura incide positivamente sulla consapevolezza di sé, incoraggiando la riflessione sulle azioni individuali e sul loro impatto sugli altri. Le critiche costruttive possono essere uno strumento prezioso per migliorare l’intelligenza emotiva, guidando gli individui verso risposte e interazioni più autentiche.
Tecniche di gestione dello stress
Strategie efficaci di gestione dello stress sono essenziali per migliorare le capacità di autocontrollo e autoregolazione nell’ambito dell’intelligenza emotiva. Livelli elevati di stress possono compromettere la capacità di gestire efficacemente le emozioni, scatenando reazioni impulsive o decisioni controproducenti. Tecniche come gli esercizi di respirazione profonda, l’attività fisica o le strategie cognitivo-comportamentali aiutano a tenere sotto controllo i livelli di tensione in modo più efficace. Imparando a gestire lo stress in modo sano, gli individui migliorano la loro capacità di regolare le emozioni e di rispondere in modo ponderato anziché reattivo alle situazioni difficili.
Misurare l’intelligenza emotiva
L’IE può essere valutata attraverso diverse metodologie come quelle sottoelencate.
Test di autovalutazione: questi strumenti prevedono la valutazione dei propri comportamenti basandosi sulla consapevolezza emotiva.
Test di abilità: tali valutazioni richiedono che i partecipanti dimostrino la capacità di riconoscere le emozioni in diversi scenari. Le analisi più comuni includono il test di intelligenza emotiva Mayer-Salovey-Caruso (MSCEIT), che valuta quattro aree: percepire accuratamente le emozioni, utilizzare le emozioni per i processi cognitivi, comprendere concetti complessi legati alle emozioni e gestire efficacemente i sentimenti.
In sintesi, l’intelligenza emotiva costituisce un’abilità importante in grado di influenzare il successo in diversi ambiti, tra cui le relazioni personali, le dinamiche lavorative, l’efficacia della leadership, la gestione della salute mentale e la soddisfazione generale nella vita.
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Ulteriori spunti dal test dell’intelligenza emotiva
Potenziali vantaggi di un QE basso
Comunicazione diretta: gli individui con scarsa intelligenza emotiva riescono a comunicare in modo più diretto; di conseguenza le discussioni che li vedono coinvolti possono risultare più chiare. È inoltre poco probabile che si impegnino in conversazioni ambigue o troppo vaghe, in quanto tendono ad esprimere onestamente le loro intenzioni.
Resilienza verso la manipolazione emotiva: coloro che non sono emotivamente intelligenti potrebbero essere meno suscettibili alla manipolazione emotiva da parte degli altri. La mancanza di sensibilità ai segnali emotivi li protegge dall’essere facilmente influenzati dai sentimenti o dagli stati d’animo altrui.
Focalizzazione sulla logica e sui fatti: le persone con bassa intelligenza emotiva privilegiano generalmente il ragionamento logico rispetto alle considerazioni sentimentali; ciò può essere vantaggioso nei compiti analitici e nei processi decisionali che richiedono obiettività.
Meno stress da aspettative sociali: chi si sente meno obbligato a conformarsi alle norme sociali riguardo all’espressione emotiva può agire secondo i propri standard senza preoccuparsi di come viene percepito emotivamente dagli altri.
Potenziali svantaggi di un QE basso
Difficoltà nelle relazioni: una scarsa intelligenza emotiva può ostacolare la capacità di creare e mantenere relazioni durature. L’incapacità di immedesimarsi o di comprendere le emozioni altrui porta sovente a conflitti e incomprensioni, rendendo difficile il legame profondo con amici, famigliari o colleghi.
Scarse capacità di risolvere i conflitti: di fronte alle critiche o ai conflitti, gli individui possono reagire in modo difensivo anziché costruttivo. Tale atteggiamento può far aumentare le tensioni piuttosto che risolvere i problemi, generando continue controversie e risentimenti.
Aumento dello stress e dell’ansia: lottare con le emozioni può provocare un aumento dei livelli di stress e di ansia in situazioni difficili. L’impossibilità di gestire efficacemente questi sentimenti può sfociare, nel tempo, in problemi di salute cronici legati all’esaurimento nervoso.
Limitata crescita personale: la riluttanza ad accogliere le critiche, dovuta a un atteggiamento difensivo, può ostacolare lo sviluppo personale. Non riconoscendo i propri errori né imparando dalle esperienze, chi ha una scarsa intelligenza emotiva riscontra difficoltà nel miglioramento professionale e personale.
Impatto sulla vita professionale: in ambito lavorativo, una scarsa intelligenza emotiva può influire sul lavoro di squadra e sulla collaborazione. I colleghi possono percepire queste persone come inavvicinabili o insensibili, limitando così le opportunità di avanzamento di carriera.
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Potenziali vantaggi di un QE bilanciato
Gestione emotiva equilibrata: gli individui con un’intelligenza emotiva media sono in grado di gestire efficacemente le proprie emozioni, il che consente loro di farsi strada nelle situazioni sociali senza esserne travolti. Questo approccio può portare a relazioni interpersonali più vere e ad un ambiente di lavoro più stabile.
Apertura al confronto: rimanere di larghe vedute quando si ricevono critiche è un vantaggio significativo. Tale caratteristica favorisce la crescita e lo sviluppo personale, in quanto gli individui sono propensi ad imparare dalle loro esperienze e a migliorare le loro conoscenze nel corso del tempo.
Mantenere la calma sotto pressione: sebbene le situazioni di forte stress possano ancora causare un certo disagio, la capacità di rimanere relativamente calmi permette di prendere decisioni migliori durante le crisi. Questa qualità può essere essenziale in contesti personali e professionali in cui è richiesta una certa rapidità di pensiero.
Resilienza nell’affrontare gli imprevisti: un discreto grado di resilienza aiuta le persone a riprendersi dai fallimenti o dalle delusioni. Mantenere uno stato d’animo positivo nonostante le avversità incoraggia la perseveranza e può favorire il successo a lungo termine.
Consapevolezza della prospettiva altrui: una maggiore consapevolezza dell’impatto delle proprie azioni sugli altri favorisce l’empatia e la comprensione nelle interazioni sociali. Questa peculiarità può migliorare il lavoro di squadra e la collaborazione, generando una comunicazione più efficace.
Disponibilità ad ammettere gli errori: la capacità di riconoscere gli errori senza eccessivi timori contribuisce a creare una cultura della responsabilità e del perfezionamento continuo. Incoraggia a fare tesoro delle esperienze passate piuttosto che ad evitare le responsabilità.
Potenziali svantaggi di un QE bilanciato
Limitata emotività: un’intelligenza emotiva media denota che a un individuo mancano le intuizioni emotive più complesse, ciò potrebbe causare incomprensioni in situazioni emotivamente delicate.
Difficoltà in contesti altamente stressanti: benché capaci di mantenere la calma sotto pressione, alcuni scenari ad elevato stress possono comunque turbare chi ha un’intelligenza emotiva media, compromettendo le prestazioni o il processo decisionale nei momenti critici.
Livelli di empatia incostanti: la consapevolezza della prospettiva altrui non sempre si traduce in risposte empatiche coerenti, provocando occasionalmente interpretazioni errate o una certa insensibilità verso i sentimenti del prossimo.
Rischio di autocompiacimento: un livello medio di intelligenza emotiva può indurre all’autocompiacimento per quel che riguarda lo sviluppo personale, in quanto le persone potrebbero non sentirsi obbligate a continuare ulteriormente il percorso di crescita e miglioramento.
Difficoltà a destreggiarsi in dinamiche sociali complesse: nelle situazioni che richiedono una comprensione emotiva articolata o una capacità elevata di risoluzione dei conflitti, gli individui con un’intelligenza emotiva media potrebbero avere difficoltà rispetto a quelli con livelli più elevati di intelligenza emotiva.
Rimuginare sui giudizi: se da un lato l’apertura mentale nei confronti delle critiche è benefica, dall’altro presenta un rischio, ovvero l’analizzare i giudizi in modo esagerato o il diventare eccessivamente autocritici, pregiudicando nel tempo la fiducia in se stessi e la motivazione personale.
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Potenziali vantaggi di un QE elevato
Relazioni rafforzate: gli individui con un’elevata intelligenza emotiva (IE) tendono a costruire relazioni più salde e importanti. L’empatia permette loro di entrare in contatto diretto con gli altri, favorendo la fiducia e la collaborazione.
Comunicazione efficace: le persone con un’elevata IE spesso eccellono nella comunicazione. Riescono ad articolare chiaramente i propri pensieri e sentimenti e sono anche abili nel comprendere le emozioni degli altri, rendendo le conversazioni più soddisfacenti.
Resilienza nelle avversità: la prospettiva che le difficoltà siano opportunità di apprendimento consente loro di riprendersi dagli insuccessi in modo più efficace. Tale atteggiamento può innescare una crescita personale e professionale sostenuta.
Qualità di leadership: un’elevata intelligenza emotiva è un tratto chiave dei leader capaci. Essi ispirano e motivano coloro che li circondano, creando un ambiente positivo che incoraggia il lavoro di squadra e l’innovazione.
Capacità di risolvere i conflitti: coloro che possiedono un’eccellente intelligenza emotiva sono in genere abili nel gestire i conflitti. La natura empatica consente loro di comprendere i diversi punti di vista e di mediare efficacemente le controversie.
Gestione dello stress: la capacità di mantenere la calma sotto pressione aiuta questi individui a gestire lo stress meglio di altri, con conseguente miglioramento della salute mentale e del benessere.
Potenziali svantaggi di un QE elevato
Sovraccarico emotivo: le persone altamente intelligenti dal punto di vista emotivo possono essere sopraffatte dai sentimenti altrui, soffrendo di stanchezza emotiva o burnout, qualora non si pongano limiti adeguati.
Difficoltà nel prendere decisioni: la forte propensione all’empatia potrebbe determinare in alcuni individui delle difficoltà nel momento di prendere decisioni che potrebbero avere un impatto negativo sugli altri, rendendoli quindi indecisi.
Rischi di manipolazione: chi possiede abilità tipiche dell’intelligenza emotiva può sfruttarle in modo improprio per manipolare o controllare i sentimenti altrui, soprattutto se è privo di basi etiche.
Trascurare i bisogni personali: nel loro desiderio di sostenere gli altri, gli individui emotivamente intelligenti possono trascurare i propri bisogni o il proprio benessere, creando insoddisfazione personale o risentimento nel corso del tempo.
Eccessiva responsabilità verso le emozioni altrui: possono sentirsi eccessivamente responsabili delle sensazioni altrui, provando stress e ansia non necessari nel caso in cui non siano in grado di alleviare il disagio di un’altra persona.
Eccessiva sensibilità: a volte, le persone con un’alta IE possono essere considerate eccessivamente sensibili o troppo coinvolte emotivamente in situazioni in cui un approccio più distaccato potrebbe essere legittimato.
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ANNOTAZIONI SPIRITUALI
Evolvere spiritualmente significa, tra le altre cose, imparare a distinguere la verità dalla finzione. Tutto ciò che deriva dal mondo terreno è illusorio, virtuale ed impermanente. Questo concerne il lavoro, il denaro, gli oggetti e persino la maggior parte delle relazioni umane. La verità è invece da ricercare dentro di noi, nella nostra dimensione più autentica, quella che ci connette direttamente all’universo intero.
Le emozioni danno un senso alla vita
Le emozioni nascono sempre dalla mente e non dalla componente spirituale; sono essenzialmente delle chiavi interpretative. Senza di esse, la vita in questo pianeta perderebbe valore e significato. Occorre però comprendere che sono transitorie, soggettive e destinate a cambiare con il passare del tempo. Gli adulti non vivono più le emozioni e i sentimenti con la stessa intensità di quando erano bambini o adolescenti, il che da un certo punto di vista è un vero peccato, ma è anche indispensabile per poter espandere la propria coscienza al di là del cosiddetto velo di Maya.
Gli esseri umani necessitano di emozioni forti
Alla luce di queste premesse, imparare a comprendere e a gestire le emozioni e i sentimenti propri e altrui rimane una tappa fondamentale nel percorso di sviluppo interiore. Chi è completamente privo di intelligenza emotiva non può essere considerato veramente umano. La persona spiritualmente evoluta, al contrario, sebbene possa apparire distaccata dalle questioni mondane e dalle sofferenze degli altri, ha imparato a discernere ciò che conta davvero da ciò che è superfluo. Purtroppo la sofferenza è necessaria, e lo è in modo particolare per coloro che hanno una consapevolezza limitata. Ad un livello basso di evoluzione spirituale, l’anima comunica con noi attraverso il disagio, la malattia e la sofferenza. Questo è il suo modo di farci sapere che esiste e che ha bisogno della nostra attenzione.
Soffrire per uno scopo
Ecco perché c’è tanto dolore sulla Terra, sia sotto forma di drammi individuali che collettivi, come le guerre. Tutte le sofferenze e le ingiustizie che sussistono nel mondo, e quindi nella società umana, non devono essere percepite come un prodotto del male, bensì dell’ignoranza. Ignorare la propria dimensione spirituale conduce a tale situazione. Non si tratta di una punizione e non ha alcuna connotazione morale. È semplicemente la legge di causa ed effetto. Siamo noi i creatori della nostra realtà. Sovente non siamo neppure consapevoli di supportare determinate convinzioni e, quando le proiettiamo all’esterno, siamo i primi a sorprenderci delle loro conseguenze, generalmente negative. Siamo le vittime e i carnefici, la causa e l’effetto allo stesso tempo.
Ciò che veramente conta è il lavoro su noi stessi e sulla nostra coscienza. Ogni progresso dello spirito si rifletterà automaticamente nella realtà esterna. Se l’umanità è così violenta, ingiusta e caotica, significa semplicemente che le occorrono ancora tutte queste esperienze apparentemente negative per riuscire finalmente a compiere una svolta in termini di consapevolezza.
Le emozioni nelle filosofie buddista e stoica
Tornando all’aspetto emotivo, innumerevoli filosofi e ricercatori spirituali del passato sottolinearono che, per trovare la vera pace interiore, dobbiamo prima liberarci di tutto ciò che ci appesantisce; le emozioni, se vissute in modo inconsapevole ed eccessivo, contribuiscono ad opprimere la nostra vita spirituale. Negli insegnamenti buddisti, ad esempio, la mente di una persona è tormentata da emozioni perturbanti. Esse sono come fantasmi della mente che offuscano e allontanano l’individuo dalla perfetta illuminazione, condannandolo alla sofferenza. Questi spettri (rabbia, ignoranza ed attaccamento) sono all’origine di tutte le sofferenze umane.
Allo stesso modo, la corrente filosofica stoica proponeva di osservare con distacco le proprie preoccupazioni ed emozioni, come se riguardassero qualcun altro. Gli stoici suggerivano inoltre di concentrarsi sulla ricerca della virtù, cioè di tutto ciò che eleva lo spirito e che può fornire punti di riferimento morali ed etici. Esortavano ad ignorare le distrazioni e la negatività e a focalizzarsi consapevolmente sul bene e sulla ricerca di quelle qualità che ci rendono migliori non tanto agli occhi degli altri, quanto ai nostri.
Conclusione: non lasciarsi ingannare dalla mente
Riassumendo, le emozioni svolgono un ruolo fondamentale nella crescita interiore e imparare ad identificarle e gestirle è necessario per intraprendere un percorso di evoluzione spirituale ampio e lungimirante. Al contempo, bisogna riconoscere che le emozioni, di per sé, sono puramente virtuali, e ciò che fa la differenza è l’interpretazione mentale che se ne dà. Da un punto di vista spirituale, si deve ricordare che il distacco è la base della vera evoluzione interiore, quindi ogni prodotto della mente umana va osservato e analizzato attraverso un consapevole distanziamento emotivo. L’intelligenza emotiva non è dunque un punto di arrivo, bensì un importante strumento da acquisire e impiegare per raggiungere uno scopo più elevato.
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