Con il crescente pericolo del cambiamento climatico, è emersa un’altra forma di apprensione, strettamente legata alle preoccupazioni ambientali. Questo fenomeno, chiamato eco-ansia, colpisce in particolare i giovani. Si tratta di una paura ragionevole ma complessa, che evoca una varietà di sentimenti e dà vita a un nuovo movimento di azione.
Definizione di eco-ansia
L’eco-ansia, nota anche come ansia climatica, è una paura persistente che deriva dalla percezione dei pericoli della distruzione ambientale e del riscaldamento globale. È la preoccupazione angosciosa per le condizioni future della Terra e per il conseguente impatto sugli esseri umani e sugli altri esseri viventi.
Nonostante non sia riconosciuta come un disturbo clinicamente diagnosticabile, l’eco-ansia sta ottenendo il riconoscimento da parte degli esperti di salute mentale e altri ambiti a causa della sua crescente diffusione. L’espressione “eco-ansia” comprende un’ampia gamma di sentimenti come ansia, rimorso, disperazione e senso di lutto.
L’impatto dell’eco-ansia sui giovani
Tra i giovani, l’effetto dell’eco-ansia è particolarmente significativo. Secondo un’indagine mondiale del 2021 pubblicata su Lancet Planetary Health, il 60% di oltre 10.000 persone di età compresa tra i 16 e i 25 anni ha espresso alti livelli di preoccupazione per l’emergenza climatica, e quasi la metà ha dichiarato che questa preoccupazione ha un impatto sulla propria vita quotidiana.
Le nuove generazioni sembrano essere molto più consapevoli delle questioni ambientali rispetto ai loro genitori e nonni. Da un punto di vista psicologico, i giovani di oggi mostrano la prevalenza di tratti della personalità come la sensibilità e l’empatia, non solo verso i loro simili, ma anche verso il regno animale.
La suscettibilità dei giovani nei confronti dei problemi ambientali è accentuata dalla loro potenziale esposizione agli effetti negativi del cambiamento climatico.
Sono consapevoli del fatto che dovranno affrontare le ripercussioni a lungo termine del cambiamento climatico più delle generazioni precedenti, il che li porta a provare emozioni come dolore, apprensione e frustrazione.
Il ruolo dell’attivismo nell’alleviare l’eco-ansia
Impegnarsi nell’attivismo può avere un impatto vitale sulla riduzione dell’eco-ansia. Compiere anche i più piccoli passi verso l’azione può fornire agli individui un senso di empowerment e diminuire il senso di impotenza in risposta all’emergenza climatica.
Un personaggio di spicco nel campo dell’attivismo climatico è Greta Thunberg, un’adolescente svedese. È emersa come fonte di ispirazione per numerosi giovani, dimostrando di avere il potere di produrre un cambiamento.
Lo sciopero scolastico per l’azione a favore del clima (fridays for future), guidato da Greta Thunberg e divenuto ormai un movimento diffuso, è una forte dimostrazione di come il coinvolgimento dei giovani possa condurre verso progressi positivi. Questo movimento dona ai giovani un senso di potere e di ottimismo, nonostante la scoraggiante realtà dell’emergenza climatica.
Sviluppare meccanismi di coping
Sebbene l’attivismo possa essere utile, è essenziale che i giovani coltivino strategie di coping atte a gestire efficacemente la loro eco-ansia.
Un approccio fruttuoso nell’affrontare l’ansia ecologica è l’acquisizione di conoscenze. Essere ben informati sulle origini e sulle conseguenze del cambiamento climatico, oltre a comprendere gli sforzi che si stanno compiendo per alleviarlo, può donare maggiore sicurezza e speranza.
Inoltre, si può alleviare l’eco-ansia entrando in contatto con l’ambiente e mettendo in atto pratiche più sostenibili su scala personale. Questi sforzi possono variare dall’adozione di una dieta a base vegetale alla riduzione del consumo di energia nella propria abitazione.
Creare un ambiente favorevole
È fondamentale creare un’atmosfera accogliente per gli adolescenti che lottano contro l’ansia ecologica. Ciò significa riconoscere le loro preoccupazioni, fornire loro conoscenze affidabili e incoraggiare i loro sforzi per fare la differenza.
Un approccio efficiente nell’affrontare questo problema consiste nell’assicurarsi che gli esperti di salute mentale possiedano le competenze necessarie per riconoscere e gestire i segnali di eco-ansia. Ciò potrebbe comportare l’integrazione del tema del cambiamento climatico nella formazione e nella preparazione degli assistenti sociali e di altri operatori del settore della psicologia.
Il ruolo dei media e del governo nell’alleviare l’ansia ecologica
I media e le fonti governative sono canali essenziali per informarsi circa i cambiamenti climatici. Hanno un ruolo cruciale nel plasmare la comprensione dell’emergenza climatica da parte del pubblico e, di conseguenza, influiscono notevolmente sui livelli di eco-ansia.
Per alleviare l’ansia ecologica, questi enti possono promuovere una prospettiva positiva e mettere in evidenza le soluzioni quando informano il pubblico sui cambiamenti climatici. Per esempio, invece di enfatizzare gli effetti negativi dell’inazione, possono sottolineare i benefici dell’adozione di misure proattive come la riduzione del consumo di carne e la transizione verso fonti di energia rinnovabili.
L’importanza della cooperazione internazionale
Affrontare le sfide del cambiamento climatico e gestire gli impatti dell’eco-ansia richiede una cooperazione internazionale. Il cambiamento climatico è un problema globale che travalica i confini nazionali e le sue conseguenze sono vissute con maggiore intensità dagli individui dei Paesi in via di sviluppo.
Per affrontare adeguatamente l’emergenza climatica è indispensabile che le nazioni collaborino e cooperino. Ciò implica lo scambio di risorse e competenze, l’adozione di patti globali sul clima e l’assistenza nei riguardi dei Paesi a rischio mentre compiono i loro sforzi nella mitigazione del clima.
Conclusioni
Il problema dell’ansia ecologica è multiforme e richiede un approccio globale. Riconoscendo la validità di queste preoccupazioni, incoraggiando il coinvolgimento dei giovani nell’attivismo, diffondendo fatti accurati e promuovendo un senso di collaborazione internazionale, possiamo ridurre l’eco-ansia e mettere le giovani generazioni in condizione di affrontare le sfide della crisi climatica con decisione e ottimismo.
Un ultimo consiglio
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